Aprile significa primavera, sole e colori, ma c’è una categoria di persone per le quali i mesi primaverili vogliono anche dire allergia stagionale. Mesi bellissimi che fanno pensare ad una rinascita, ma che a molti causano anche raffreddore, prurito e occhi gonfi. In questo articolo vogliamo concentrarci sull’argomento allergia e aria condizionata, in particolare sul legame fra impianti aria e allergie. Questi, infatti, potrebbero provocare l’insorgere di nuove allergie o il loro peggioramento.
Contaminazione impianti aria e allergie
Abbiamo già parlato in più articoli dei problemi di contaminazione aria indoor derivanti da una cattiva gestione igienica impianti di condizionamento. Per limitare questo rischio, gli impianti aeraulici prevedono una serie di filtri e prefiltri collocati all’interno delle UTA, ma queste precauzioni, spesso, sono vanificate per via di:
- errate scelte progettuali, soprattutto in relazione alla classe di filtrazione;
- mancata sostituzione dei filtri nelle tempistiche corrette;
- scorrette pratiche manutentive come lavaggio, pulizia in pressione, conservazione in condizioni non idonee;
- deficit strutturali dell’impianto, come presenza di perdite d’aria.
- malfunzionamenti come errata regolazione di temperatura e umidità relativa, scorretto rapporto di ricircolo aria negli ambienti chiusi, con eccessivi livelli di CO2 e sbilanciamento aeraulico con portate d’aria eccessive o insufficienti.
Insomma, col tempo si verificano sempre delle contaminazioni che, se non gestite, finiscono in ambiente indoor e vengono respirate dagli occupanti degli edifici. Per questo, loro potrebbero contrarre le cosiddette malattie correlate agli edifici, di cui avevamo già parlato in questo articolo. Tra le Building Related Illnesses figura proprio la possibilità di sviluppare delle sindromi allergiche fra cui l’asma bronchiale o asma allergica, dermatite, rinite allergica, orticaria da contatto e alveolite allergica entrinseca.
Tutte le malattie menzionate possono causare grossi disagi per chi ne è affetto, con ripercussioni sulla sua salute. Ne risentono notevolmente, di conseguenza, anche la sua produttività e attenzione. Non va dimenticato, poi, che la situazione potrebbe anche essere ben peggiore per chi soffre già di allergia e si trova in un ambiente dove respira aria contaminata da agenti chimici o microbiologici. Per questi individui, si potrebbe parlare quasi di un vero e proprio avvelenamento. Infatti, si tratta di passare del tempo in un ambiente ostile, pieno di sostanze nei confronti delle quali si è sviluppata una certa ipersensibilità, più o meno grave che sia.
Contaminazione aria condizionata: evitare lo sviluppo di allergie
Non si può evitare che un allergico soffra di allergia stagionale (se non con le apposite cure), ma si può sicuramente spezzare il legame fra allergia e aria condizionata, impedendo lo sviluppo di nuove allergie a causa di impianti aria contaminati, o il peggioramento dei sintomi.
Per farlo, è fondamentale effettuare regolari ispezioni impianti aria, in modo da poter individuare eventuali contaminazioni e gestirle per tempo con l’opportuna bonifica aria azienda (sanificazione uta e canali aeraulici). Rimane però un piccolo scoglio da superare: questo tipo di ispezione viene spesso effettuata solo una volta all’anno. Questo impedisce di avere sempre sotto controllo le condizioni igieniche degli impianti, che potrebbero ricontaminarsi molti mesi prima dell’ispezione seguente. Per evitare questo problema, bisogna affidarsi alla manutenzione igienica predittiva HVAC, che consente, attraverso telecamere e ispezioni automatiche, di rilevare le contaminazioni non appena avvengono.
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