Foto di un paesaggio inquinato.

La guerra all’inquinamento

La squadra vincente per un’aria più salubre

Di tipi di inquinamento ce ne sono parecchi, ma il metodo per risolverli è uno solo: la sostenibilità

Possiamo chiamarle coincidenze, ma quello che a volte succede, sembra davvero accadere per un motivo.
Nel momento in cui scrivo, si è da poco concluso ANAM15, il meeting annuale di due associazioni per me molto importanti: AIISA e NADCA. Vent’anni fa ho contribuito io stesso a fondare la prima, AIISA (Associazione Italiana Igienisti Sistemi Aeraulici), quando in Italia non si parlava ancora di igiene aeraulica. Invece, NADCA (The HVAC Inspection, Cleaning and Restoration Association) è la più importante organizzazione del nostro settore a livello mondiale, per la quale oggi ricopro il ruolo di International Board Director.

In tutte le edizioni, l’AIISA NADCA Annual Meeting vede oltre cento soci impegnati a discutere dei problemi che affrontiamo quotidianamente e a confrontarsi su come far crescere l’associazione e le singole aziende che la compongono. I momenti che preferisco, però, sono quelli in cui ci parliamo direttamente fra colleghi, magari durante un pranzo o una pausa. È proprio in quei minuti e in quelle ore che abbiamo l’occasione di raccontarci gli “errori e orrori” che ci troviamo davanti tutti i giorni durante le nostre operazioni di ispezione. Ebbene, ogni anno riscopriamo la verità: non c’è mai fine al peggio! L’impianto terribilmente impolverato sembra un gioiellino di fronte al racconto di quello che non veniva sanificato da anni e che aveva persino le batterie di scambio termico sfondate. Non fraintendiamoci: l’impianto pieno di polvere costituisce già un importante campanello di allarme per noi igienisti aeraulici, figuriamoci l’altro…

Impianti aria: inefficienza energetica e inquinamento

Chi mi conosce ormai lo sa quasi meglio di me: un impianto che non viene gestito correttamente dal punto di vista igienico porta a due conseguenze. La prima, l’inefficienza energetica; la seconda, l’inquinamento indoor, causato dall’erogazione in ambiente confinato di aria contaminata che mette a serio rischio la salute degli occupanti di quel luogo. Questa è, ancora oggi, una minaccia estremamente sottovalutata, che può avere un impatto significativo sul nostro benessere. Come igienista aeraulico, l’obiettivo del mio lavoro è sempre e comunque il benessere delle persone, al fine di garantire luoghi di lavoro e di svago dove è piacevole vivere, dove ci si sente al sicuro, dove l’aria che si respira è pulita. Tutto quello che faccio, l’impegno che ci mettiamo in Alisea, serve a migliorare la vita delle persone. Se ci riusciamo anche solo un pochino, questo deve renderci davvero fieri.

Vari tipi di inquinamento

Agire con coscienza nelle nostre pratiche lavorative è una delle regole che cerco di trasmettere ai miei collaboratori: la qualità dell’aria è fondamentale per la nostra salute e per la tutela dell’ambiente e noi tutti abbiamo un ruolo da giocare per il miglioramento di una situazione che è tutt’altro che rosea. Sentiamo sempre ripetere, al tg e leggendo i giornali, che l’inquinamento non fa che peggiorare, mettendo a repentaglio la vita sul pianeta e la Terra stessa. Quando si parla di inquinamento, si pensa generalmente a quello atmosferico, ma in realtà ce ne sono più tipi. Bisogna infatti distinguere fra:

  • inquinamento atmosferico (outdoor);
  • inquinamento indoor;
  • inquinamento aeraulico.

Guerra all’inquinamento atmosferico

In questo articolo, prenderò in esame le tre categorie. Iniziamo dalla prima. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’inquinamento atmosferico, riconducibile allo smog, al riscaldamento delle nostre abitazioni e alle industrie, costituisce il principale rischio ambientale per la salute nell’Unione europea (UE), provocando ogni anno circa 400.000 decessi prematuri. L’Unione Europea, già operativa nel contesto dell’Agenda 2030, si è posta anche l’obiettivo “inquinamento zero” per il 2050, che consiste nella riduzione dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo a livelli ritenuti non più dannosi per la salute e gli ecosistemi naturali, rispettando limiti sostenibili per la Terra e creando così un ambiente privo di sostanze tossiche.

Tra i tanti obiettivi indicati, il primo riguarda proprio la qualità dell’aria: il suo miglioramento contribuirà ad abbassare la percentuale di morti premature. Mi interessa rimarcare il concetto di sostenibilità, che gioca un ruolo cruciale nel migliorare la qualità dell’aria esterna e nel garantire un futuro più sano per tutti. Sostenibilità significa riuscire a soddisfare le esigenze delle popolazioni attuali, senza mettere a repentaglio la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie. Si parla di sfruttare in maniera responsabile ed efficace le risorse fisiche, ambientali e sociali disponibili, proteggendo gli ecosistemi.

Guerra all’inquinamento indoor

Passiamo ora all’inquinamento degli ambienti indoor, come le case e gli uffici della nostra quotidianità, ma anche le scuole dei nostri figli e tutti gli altri luoghi al chiuso. Il fatto che siano delimitati da mura, tetti e finestre non significa che l’inquinamento non possa penetrare al loro interno. Oltre all’inquinamento che arriva dall’esterno, ci sono anche fonti interne:

  • prodotti chimici di uso quotidiano: vernici, detergenti, deodoranti per ambienti e prodotti per la pulizia possono rilasciare composti organici volatili (VOC) nocivi;
  • muffa e umidità: l’umidità eccessiva favorisce la crescita di muffe, che rilasciano spore allergeniche e micotossine nell’aria;
  • materiali da costruzione: alcuni materiali edili rilasciano sostanze pericolose nell’aria;
  • fumo di sigaretta (passivo e non);
  • apparecchi a combustione: stufe a gas, camini e riscaldatori a kerosene possono produrre monossido di carbonio, biossido di azoto e altri inquinanti;
  • lascio per ultimi gli impianti di trattamento aria, di cui scriverò tra qualche riga.

Anche nel caso dell’inquinamento indoor ritorna, per contrastarlo, il concetto di sostenibilità. Basti pensare all’invito a utilizzare prodotti naturali per la pulizia della casa e la cura della persona, che eviterebbe la dispersione di molte sostanze tossiche. In ambito normativo, ci sono leggi che richiedono un adeguato smaltimento dei rifiuti, case green di ottima classe energetica: no stufe a gas, no fornelli, sì riscaldamento a pavimento, tutti modi di inquinare di meno, sia dentro che fuori.

Guerra all’inquinamento aeraulico

C’è poi, ultimo ma preoccupante almeno tanto quanto gli altri, l’inquinamento aeraulico. Prima ho accennato agli impianti di trattamento aria. Ecco, questi, con il tempo, si contaminano: l’inquinamento esterno penetra nell’impianto e, per un fenomeno di colonizzazione delle superfici interne da parte degli agenti microbiologici (muffe, in particolare), si moltiplica. A questo punto, se gli impianti non verranno gestiti correttamente dal punto di vista igienico, attraverso regolari ispezioni ed eventuali azioni correttive, si diffonderanno in ambiente pericolosi agenti contaminanti che mettono a repentaglio la salute umana (teniamo conto del fatto che un individuo inala mediamente 12000 litri d’aria ogni giorno), senza contare le inefficienze e gli sprechi dovuti a un impianto danneggiato, depotenziato, rallentato (filtri intasati, perdite d’aria,…).

Gli impianti di trattamento aria: una via per la sostenibilità

Ecco, non si può dire che tutto l’inquinamento indoor sia riconducibile a questo, ma si può certamente affermare che, senza inquinamento aeraulico, quello indoor sarebbe nettamente meno preoccupante. Torno quindi all’unica soluzione possibile: anche qui, bisogna passare per la via della sostenibilità. Un impianto contaminato non porta “solo” a discomfort e problemi di salute (è una questione di sicurezza sul lavoro, senza contare i cali nella produttività in ambienti contaminati), ma anche a grosse inefficienze. Bisogna quindi effettuare una gestione igienica ben strutturata ed è fondamentale assicurarsi, per mezzo di un test di tenuta, che non ci siano perdite d’aria. Se presenti, queste causano ulteriori disagi indoor, ma soprattutto un ingente spreco di energia elettrica, termica e frigorifera, tutto budget che è possibile risparmiare e reinvestire in altre aree
dell’azienda, magari per ottimizzare proprio la manutenzione, per la quale, spesso, il budget allocato non permette di effettuare tutti i lavori necessari.

Se si parla solo di inquinamento atmosferico, non si risolverà mai completamente il problema. Ogni tipologia di inquinamento è a sé e rappresenta una sfida significativa per la salute e il benessere delle persone e del pianeta. È solo attraverso l’adozione di pratiche sostenibili e consapevoli, sia a casa che nelle aziende, che possiamo contribuire ad un futuro sicuro per le prossime generazioni.

La guerra all’inquinamento è un articolo del Dott. Andrea Casa tratto da Alisea Journal 8

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