Tratto dall’editoriale di Bruno Chiavazzo per Alisea Journal, edizione 9
L’inquinamento atmosferico continua a rappresentare un problema per la salute degli ecosistemi e delle persone: in Europa sono circa 300.000 le morti premature che si verificano ogni anno a causa della contaminazione dell’aria e, solo in Italia, se ne contano più di 50.000. A livello europeo fioccano proposte per contrastare questo fenomeno che appare sempre più in crescita, tra queste anche l’introduzione del diritto al risarcimento per le persone che subiscono danni a causa dell’inquinamento atmosferico.
L’alterazione dell’ecosistema su tutti i fronti, aria acqua e suolo, è visibile ad occhio nudo anche nel nostro Paese: in pochi giorni siamo passati dalla siccità alle alluvioni senza soluzione di continuità. La scarsa manutenzione degli alvei fluviali, la scarsissima cura delle strade, dei tombini, degli scarichi fognari, aggiunte al traffico stradale, la produzione industriale, l’agricoltura intensiva, il riscaldamento domestico e la produzione di rifiuti, stanno provocando un danno incalcolabile al nostro stile di vita.
Sui media di tutto il mondo si parla con enfasi di “cambiamento climatico”, ma quasi mai vengono spiegate le ragioni e le cause pratiche che hanno portato a tutto questo e cosa si può fare di concreto per ridurne l’impatto sulla natura e sull’uomo. “Ab maximis ad minima”, ossia “dalle cose più grandi fino a quelle più piccole” dicevano i nostri antenati latini. Detto in altri termini: si può fare sostenibilità anche nelle cose piccole, quotidiane non eclatanti, ad esempio, partire da piccoli accorgimenti per contribuire fattivamente alla pulizia dell’aria.
Andrea Casa, fondatore e amministratore delegato di Alisea, azienda leader in Italia nella gestione degli impianti di aerazione, ci ricorda caparbiamente che “Il 30% degli edifici di nuova costruzione o ristrutturati soffre della sindrome dell’edificio malato. Una condizione caratterizzata da sintomi come mal di testa, irritazione agli occhi e problemi respiratori”. Fattori che possono portare a defatiganti problemi legali e rischi reputazionali. Basterebbe implementare la manutenzione preventiva per ridurre del 70% i guasti agli impianti.
L’adozione di misure concrete, in materia di cambiamenti climatici o di qualità dell’aria, offre vantaggi effettivi e misurabili. Una mobilità sostenibile e un sistema energetico efficiente per il riscaldamento e il raffreddamento degli edifici possono ridurre le emissioni di inquinanti atmosferici, nonché le emissioni di gas a effetto serra.
Quando si parla di inquinamento atmosferico si pensa subito all’aria che respiriamo all’aperto, ma la pura verità è che l’aria che respiriamo all’interno delle nostre case, dei nostri uffici, nei luoghi di lavoro, può essere da 5 a 50 volte più contaminata rispetto a quella esterna, semplicemente perché le normali attività “indoor” (cotture dei cibi, pulizie domestiche con agenti chimici, ecc.) e le sostanze presenti negli elementi di arredo, si sommano agli inquinanti esterni che vengono intrappolati e si accumulano nelle mura delle nostre abitazioni o delle postazioni lavorative. Senza contare che l’adozione di misure tangibili relative ai cambiamenti climatici in termini di aria pulita e una salute migliore, possono avere ricadute positive nelle comunità e anche nel rapporto con la politica che, basta guardare all’affluenza alle urne, risulta sempre meno accattivante per i cittadini.
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