La più grande minaccia al nostro pianeta è la convinzione che lo salverà qualcun altro – Robert Swan, esploratore polare e ambientalista
La sostenibilità è il nostro futuro
Vi è mai successo, in conversazioni legate a sostenibilità ed ecologia, di sentirvi dire “Riciclare non serve a niente se non lo fanno tutti”? A noi è capitato, e da questa frase è scaturita una lunga riflessione che pensiamo valga la pena condividere con i nostri lettori.
Siamo ormai nel 2024 e la strada da fare per realizzare gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile previsti nell’Agenda 2030 è quasi certamente più lunga del tempo che ci resta a disposizione per arrivare fino in fondo. Dovrebbe essere ormai chiaro che la sostenibilità non riguarda solo il “verde” nel pianeta, ma, a prescindere da questo, bisogna comprendere che è ora di smettere di passare sempre ad altri il testimone della colpa.
Il riscaldamento inquina
È ovvio che gran parte dell’inquinamento sia causato dalle grandi industrie, ma è anche vero che ognuno, nel suo piccolo, può fare qualcosa per migliorare la situazione. Sapevate che una delle peggiori fonti di inquinamento è il riscaldamento delle nostre case? Questo riguarda direttamente i singoli individui, non le aziende. A cosa serve, quindi, tenere 23 gradi in casa nei mesi di dicembre/gennaio e 18 in estate? Temperature più ragionevoli, come 20 gradi in inverno e 26 nella stagione calda, fanno bene sia alla salute che all’ambiente. Allo stesso modo, è vero che non sappiamo quante persone riciclino effettivamente, né se lo facciano i grandi produttori, ma se ogni cittadino facesse la sua parte, potrebbe perlomeno essere certo di aver fatto tutto quello che era in suo potere.
Cosa fai per constrastare l’inquinamento?
Come mai in molti comuni non esiste ancora la raccolta differenziata? Un recente articolo pubblicato da ASvis – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, ha un titolo molto eloquente: Sconfiggiamo l’inazione, il grande nemico della salute umana e dei territori (Flavia Belladonna – 23 febbraio 2024). Già solo questo titolo dovrebbe farci riflettere: se tutti si aspettano che siano gli altri a posare il primo mattone del cambiamento, allora nessuno inizierà mai veramente. Queste non sono parole dure, ma la pura verità, perché è solo con le piccole azioni che si arriva a costruire qualcosa di grande. Anzi, non facciamo altro che parlare di “dare inizio al cambiamento”, ma oltre a questo, spesso, non si va.
La direttiva CSRD
Andando oltre l’aspetto individuale della sostenibilità, le azioni delle aziende, da qui a poco, inizieranno a concretizzarsi per legge. Con la direttiva CSRD – Corporate Sustainability Reporting Directive, entrata in vigore ormai all’inizio dello scorso anno, il bilancio di sostenibilità diventerà obbligatorio, gradualmente, per tutte le imprese. La CSRD prevede che le aziende interessate
(tutte le aziende europee + quelle extraeuropee che fatturano in territorio UE un netto superiore a 150 milioni di euro) si conformino agli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), dimostrando di applicare i principi della sostenibilità in ambito sociale, ambientale e di governance all’interno della propria attività, ma anche di avere un impatto positivo sulle persone e sul pianeta.
Come Alisea, ci siamo subito attivati, abbiamo prodotto il bilancio di sostenibilità 2023 e ora siamo già pronti a procedere con quello 2024. In realtà, non sarebbe toccato subito a noi, infatti, la direttiva dovrà essere applicata in questo ordine:
- 2024–> grandi imprese UE;
- 2025–> imprese già soggette a NFRD, la Non – Financial Reporting Directive, che viene sostituita dalla CSRD;
- 2026–> grandi imprese non ancora soggette a NFRD;
- 2027–> tocca alle PMI, con processi semplificati, fatta eccezione per le microimprese, che rimangono ancora escluse.
La scelta di iniziare subito questo processo di rendicontazione è stata naturale: vogliamo dare alle grandi aziende con cui lavoriamo tutte le certezze di cui hanno bisogno, senza tenere conto del fatto che la sostenibilità non ha scadenza e rientra già da molto tempo nei nostri valori, motivo per cui non aveva davvero senso aspettare.
La sostenibilità in Alisea
Il progetto Treedom
Uno dei progetti di cui andiamo più fieri in ambito sostenibilità è stata la creazione di una foresta con Treedom, azienda che permette di piantare alberi a distanza nei Paesi che più lo necessitano. In questo modo, le comunità più povere riescono ad autosostenersi. Abbiamo cominciato con 200 alberi, 14 specie fra cui Dawadawa, Cacao e Cassia, Markhamia e Albero dinamite, piantati in 5 Paesi: Kenya, Colombia, Madagascar, Ghana e Camerun. Prevediamo di piantarne molti altri nel 2024 e negli anni a venire, perché questo è un progetto che non abbiamo nessuna intenzione di abbandonare.
Grazie a Treedom ognuno può fare la sua parte, piccola o grande che sia, per portare zone povere del mondo a svilupparsi e a raggiungere obiettivi sociali e ambientali a seconda della specie piantata: ogni albero fa parte di un progetto! La parte migliore, poi, è che ogni pianta è tracciata, si riceve la sua foto ed è anche possibile dar loro un nome e regalarle. Insomma, è tutto alla luce del sole e, se ogni singolo piantasse anche un solo albero, si raggiungerebbero ottimi risultati (quindi sì, ti consigliamo di farlo anche tu)!
Il servizio Aeroseal
Se poi vogliamo parlare della sostenibilità applicata ai nostri servizi, allora non possiamo non menzionare Aeroseal, il sistema di sigillatura che ci permette di riparare le perdite d’aria che sono spesso presenti (e non rilevate) all’interno degli impianti aeraulici. Con Aeroseal si risparmia fino al 30% sui costi energetici derivanti dagli impianti di trattamento aria, con consumi di energia elettrica, termica e frigorifera decisamente inferiori che portano a ingenti risparmi anche in termini economici. Non c’è solo questo: in generale, una buona manutenzione igienica degli impianti aeraulici permette a questi ultimi di operare al massimo del loro potenziale e, anche in questo caso, performance ottimali portano a risparmiare energia che, altrimenti, andrebbe sprecata. Clicca qui per fare una simulazione gratuita dei risultati che potresti ottenere!
Parliamo di inquinamento
Il problema dello smog
L’inquinamento, come chi ci segue da tempo sa ormai molto bene, può essere sia outdoor che indoor e l’uno influenza l’altro. Durante alcuni giorni del mese di febbraio 2024, i livelli di smog della città di Milano sono risultati così alti da arrivare in classifica fra le prime città al mondo per inquinamento, con valori simili, ad esempio, a quelli di Delhi in India (dati provenienti da Air Quality Index). Una situazione decisamente preoccupante già da mesi, se non anni, e che vede il nord Italia protagonista di una storia in cui lo smog ruba la scena a tutti quanti. Effettivamente, con una sede che si trova vicinissima a Pavia, siamo testimoni di questa situazione: ci capita moltissime volte di ritrovarci in mezzo alla nebbia più fitta, per poi renderci conto che
non sempre è davvero nebbia. Spesso, infatti, superata una certa zona questa sparisce: sono nuvole di smog, le stesse che, quando ci alziamo la mattina, ci fanno ritrovare la macchina piena di rugiada nera.
Italo Calvino e La nuvola di smog
Non è certo una novità: di questo problema parlava già Italo Calvino alla fine degli anni Cinquanta, quando fu pubblicata la prima edizione de La nuvola di smog, un romanzo che, in un momento o nell’altro, tutti finiscono per leggere. Una storia il cui protagonista si rende conto che chiunque ne abbia la possibilità, nel fine settimana, scappa per non dover essere sottoposto alla tortura del grigiore quotidiano (la città infatti è “grigia”, “inquinata”). Un luogo in cui tutto sembra essere polveroso, in cui ci si sente sporchi a fine giornata. Il romanzo ha poi una seconda chiave di lettura, una versione metaforica del male di vivere, ma, come Alisea, ci soffermiamo sul primo significato, quello che all’epoca era più superficiale, ma che oggi è più attuale che mai: l’inquinamento che ci porta al male di vivere, o, perlomeno, che ci porta ad avere paura dell’aria che respiriamo, inquinata
a causa dell’umanità stessa.
Inquinamento outdoor e indoor
L’Italia è uno dei primi Paesi in Europa per numero di morti premature causate da PM2.5 (polveri sottili altamente nocive per la salute) ed è decisamente arrivato il momento di invertire questa rotta. Quando ci troviamo in ambiente indoor, i modi per proteggerci esistono: purificatori d’aria per le nostre case e per gli ambienti più ristretti e, per quei luoghi dove sono presenti gli impianti aeraulici, una buona manutenzione tecnica e igienica e la loro messa in funzione ci permettono di respirare aria pulita. Per l’inquinamento atmosferico, dobbiamo impegnarci molto di più, per questo è così importante attenersi all’Agenda 2030 e a tutte le iniziative che prevedono di ridurre l’inquinamento derivante dal riscaldamento, dalle automobili, ecc…
Ecco, quindi, che la sostenibilità diventa la chiave di tutto: per una buona qualità di vita, ma soprattutto, per non perdere il nostro Pianeta. Riusciremo a fare tutti la nostra parte? Non basta sperare, rimbocchiamoci le maniche!