A volte sono delle vecchie passioni a ricordarci cosa vogliamo fare veramente. Davide Busico ha scelto di puntare tutto sulla sicurezza di chi gli sta intorno e ci ricorda che, per combattere i rischi più grandi, l’unione fa la forza.
Intervista al Dott. Davide Busico, Coordinatore Gruppo Tecnico Specialistico AIAS Indoor Air Quality & Benessere; docente qualificato AIAS in materia di legionella, gestione del rischio chimico e biologico, comfort e igiene degli ambienti indoor; responsabile tecnico commerciale presso Legionella Free
Il GTS AIAS Indoor Air Quality & Benessere
I GTS o gruppi tecnico specialistici sono uno strumento di cui AIAS si è dotata per eviscerare temi di rilevanza e interesse comune all’interno dell’associazione. Raggruppano professionisti, esperti e persone che mostrano una sensibilità particolare sulla tematica specifica, facilitando lo scambio di opinioni e stimolando il dibattito interno ed esterno con la condivisione di esperienze. La finalità ultima è la produzione di documenti tecnici che siano un riferimento per i soci e per il panorama tecnico-scientifico nazionale nell’ottica della condivisione delle conoscenze.
Il GTS Air Quality e Benessere, nato diversi anni fa, ha attualmente come goal la redazione di un documento che risulti una guida per tutte le organizzazioni, aziende e professionisti che vogliono affrontare il tema della qualità dell’aria negli ambienti indoor con lo scopo di garantire il benessere e la salute degli occupanti. L’attuale documento, in fase di revisione, partendo dalle norme tecniche e dagli standard internazionali, risulta essere una guida operativa per gli addetti ai lavori, con un approccio di tipo sistemico e olistico. Il team IAQ ha eseguito un forte lavoro di ricerca e di sintesi per produrre uno standard di riferimento per la certificazione della qualità dell’aria degli ambienti indoor: il tema è ancora in evoluzione e nuovi aggiornamenti del documento sono in agenda, soprattutto considerata la forte innovazione tecnologica che ha investito il settore negli ultimi anni.
Sicurezza sul lavoro
Bella domanda… Da ragazzo mi piaceva tantissimo andare agli scout. Lì mi hanno insegnato che “non esiste buono o cattivo tempo ma solo buono e cattivo equipaggiamento”. Sembra una filastrocca ma in realtà mi ha portato fin da giovane a credere che la nostra preparazione, la nostra formazione, la capacità di valutare i rischi presenti e di aver con noi l’equipaggiamento giusto siano gli elementi che rendono un’esperienza veramente godibile. Arrivato nel mondo del lavoro, ho scoperto che questa visione di ragazzo poteva portare valore alla mia realtà lavorativa.
L’approccio basato sulla valutazione dei possibili rischi, sull’informazione e sulla formazione del personale rendeva situazioni lavorative considerate a rischio elevato molto più fruibili e affrontabili con maggiore consapevolezza e tranquillità. Questa visione mi permise anche di raggiungere dei risultati tecnici difficilmente perpetuabili con approcci differenti e di aprire nuovi mercati per le realtà in cui lavoravo. So che a volte in Italia la parola “business” sembra una parolaccia, ma è stato proprio l’approccio risk-based ad aprire il mercato a sistemi di sanificazione e igienizzazione intrinsecamente più sicuri e commercialmente promuovibili creando nuovo business.
I rischi più grandi: contaminazione impianti di climatizzazione e acque
La contaminazione chimica e microbiologica degli impianti di trattamento aria ha un grosso peso sulla qualità dell’aria indoor. La consapevolezza a riguardo, spesso, scarseggia. Come diffondere maggiormente il messaggio?
Credo che l’evento pandemico trascorso abbia portato grande attenzione su questa tematica, ricordandoci che il mondo microscopico è sempre presente nelle nostre vite e che ha un peso. Ignorare questa componente invisibile agli occhi illudendoci che non abbia un impatto sulle nostre vite può solo aggravare le possibili conseguenze. All’ultimo convegno mondiale sulla legionella, in Giappone, mi ha colpito tantissimo l’attenzione che il popolo giapponese ha, nella quotidianità, nei confronti delle procedure inerenti all’igiene. Sicuramente la loro storia epidemica è più intensa della nostra (basti pensare a SARS e MERS) e ha inciso in maniera importante, aumentando la consapevolezza che le contaminazioni microbiche hanno impatto nel quotidiano.
Per quanto riguarda i contaminanti chimici, mi rivolgo invece alle nuove tecnologie di monitoraggio della qualità dell’aria. Queste tecnologie ci aiuteranno, a mio avviso, a prendere consapevolezza maggiore di quanto gli inquinanti chimici indoor siano diffusi. Attualmente alcuni grandi colossi (Google e Amazon) hanno immesso sul mercato alcuni sensori ad uso domestico per monitorare i principali parametri di qualità dell’aria. Apple li ha perfino inseriti all’interno di alcuni dei suoi dispositivi mobile. Questo è sicuramente segno di una consapevolezza che cresce e che diventa un sentore comune tanto da creare l’esigenza da parte della popolazione di avere un’indicazione circa ciò che si respira. Da lì a chiedersi cosa succede negli impianti che veicolano l’aria il passo è breve: starà a noi del settore affrontare la tematica in maniera corretta per guidare questa nuova consapevolezza verso le scelte tecniche più efficienti ed efficaci.
I progetti del GTS AIAS
Come dicevo prima, siamo in fase di aggiornamento del documento per la prassi di riferimento della certificazione della qualità dell’aria indoor. L’attenzione si è spostata quindi sulla formazione inerente alla qualità dell’aria degli ambienti indoor. È nato un APC (AIAS Professional Committees) che riunisce esperti del settore (tra cui anche il Dr. Andrea Casa) e promuove eventi informativi e formativi sul tema. A riguardo ci tengo a far riferimento al percorso formativo del Manager del comfort e dell’igiene indoor.
Questo percorso, promosso da AIAS ACADEMY, permette di acquisire tutti gli elementi necessari a muoversi nel complesso dedalo della gestione della sicurezza di un ambiente indoor. Ovviamente il tema aria fa da padrone, ma sono affrontate anche tematiche inerenti all’acqua e al mondo dei contaminanti chimici e microbiologici delle superfici. Vengono date al discente, attraverso docenti qualificati, le basi per la gestione del tema sicurezza in un ambiente indoor con l’obiettivo non di formare un esperto ma di creare una figura manageriale capace di discernere tra i vari aspetti inerenti la sicurezza.
Impianti di ventilazione e legionella
Sin da bambino il mondo del piccolo, del microscopico, del non visibile agli occhi, mi ha molto incuriosito. Mi ha sempre affascinato l’idea che quello che succede in questo mondo a noi invisibile ha in realtà ripercussioni nel mondo macroscopico, del visibile, nella nostra vita quotidiana. Questo avviene molto più spesso di quanto pensiamo e influenza tutti gli ambiti di vita e lavoro, soprattutto per quanto riguarda la nostra salute. Credo che il fil rouge sia proprio la presenza di un “pericolo” che non possiamo vedere. In questi casi, sono solo lo studio e la misurazione che ci possono aiutare a comprendere i fenomeni che sfuggono alla nostra vista.
L’altro punto in comune è il tema di gestione del rischio con un protocollo ricorsivo. La qualità dell’aria è molto variabile nel tempo e gli obiettivi che ci poniamo devono essere riparametrati secondo le misurazioni eseguite: da qui, una logica ricorsiva di gestione. Per la legionella, vale la stessa cosa: è un batterio vivo, sempre presente nelle fonti di approvvigionamento, che tende a crescere nei nostri impianti e ha quindi bisogno di un approccio circolare per la sua gestione. Le modalità di risoluzione delle criticità per questi due grandi temi risultano pertanto similari e devono coinvolgere un team multidisciplinare: chimici, biologi, ingegneri, impiantisti, manager. Questa è la grande sfida che può essere vinta solo attraverso la condivisione trasversale delle conoscenze e la cooperazione.
I rischi più grandi spesso sono invisibili. Per approfondire l’argomento contaminazione impianti aria, clicca sul bottone qui sotto!