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Il costante aumento dei costi energetici obbliga le aziende a trovare modi di risparmiare per non dover chiudere la propria attività. Si può iniziare proprio dagli impianti di trattamento aria.
Andrea Casa – Amministratore Delegato di Alisea S.r.l., Presidente Emerito di AIISA, Membro del Board of Directors di NADCA
In questi ultimi mesi, con l’arrivo delle bollette autunnali, stiamo tutti vivendo momenti di particolare tensione. Gli avvenimenti internazionali stanno portando a un aumento dei costi legati all’utilizzo dell’energia, creando non pochi problemi ad aziende che, spesso, sono già in difficoltà da tempo a causa della pandemia. Se pensiamo poi al caldo record raggiunto quest’estate, non mi stupisco che molte aziende abbiano deciso di chiudere per un mese intero nel periodo estivo, cosa che difficilmente accadeva in passato. D’altronde, tenere aperta un’attività significa affrontare costi elevati, proviamo a pensare agli impianti di condizionamento: impossibile tenerli spenti con temperature che per settimane sono state costantemente oltre i 35°. I costi dell’energia elettrica sono arrivati alle stelle, confermando la previsione fatta dal Centro Studi di Confindustria nella nota del 17 gennaio 2022, dove si prevedeva un costo pressoché insostenibile per le imprese italiane: 37 miliardi previsti rispetto agli 8 miliardi del 2019. In questo scenario, la climatizzazione degli uffici e dei siti produttivi rappresenta un’importante voce per le Aziende.
Ridurre o eliminare le inefficienze risulta fondamentale, infatti, per ottenere il massimo risparmio energetico. In termini di consumi, si stima che circa il 10% dell’energia utilizzata da un’azienda sia da attribuire ai sistemi di condizionamento. Vi posso assicurare che non è poco. Molto spesso si sottovaluta come mantenere gli impianti in buone condizioni igieniche assicuri anche un significativo risparmio energetico. In realtà, possiamo affermare che esiste una precisa relazione tra gestione igienica degli impianti ed efficienza energetica. Le inefficienze sono causate principalmente da due tipologie di fenomeni: l’accumulo di particolato all’interno degli apparati e le perdite d’aria. Prendiamo quindi in esame le dinamiche che riguardano la prima causa di spreco energetico, l’accumulo di polveri e particolato all’interno degli impianti. In generale possiamo affermare che, durante il ciclo operativo di un sistema aeraulico, il particolato trasportato dall’aria si deposita lentamente sui diversi componenti e, in assenza di una gestione igienica adeguata, può arrivare a causarne il malfunzionamento. In tali condizioni, affinché l’impianto sia in grado di erogare ed estrarre dai locali la corretta portata d’aria, alla velocità e temperatura desiderata, sarà richiesto un maggior consumo energetico, con un conseguente, aggravio dei costi. Non dobbiamo poi sottovalutare le batterie di scambio termico: l’insieme delle polveri e degli altri contaminanti che si depositano su di esse produce un effetto isolante sulle loro superfici, che comporta un netto peggioramento dell’efficienza con cui questi apparati cedono o sottraggono calore all’aria che li attraversa.
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Le batterie, tuttavia, non sono gli unici elementi critici da prendere in considerazione in riferimento alle prestazioni energetiche degli impianti aeraulici. Le prese d’aria esterna, per esempio, per impedire l’ingresso di insetti, uccelli o roditori, sono spesso dotate di griglie o reti, le quali hanno la capacità di catturare tutta una serie di detriti presenti in ambiente o trasportati dall’aria, che poi, a causa di pioggia e umidità, possono “incollarsi” alle superfici e ostacolare il flusso dell’aria. Gli esempi appena portati sono validi per tutti i componenti dell’impianto aeraulico.
Voglio raccontarvi un caso pratico relativo a un intervento da noi effettuato presso la filiale di una banca, che, pur semplificando, può essere utile ai fini della spiegazione: la bonifica dell’impianto lo ha ripristinato alle condizioni originali. L’impianto in questione, dotato di inverter, aveva una potenza nominale del ventilatore di mandata pari a 4,5 kW. Inoltre, in fase di collaudo era stato appurato che la portata d’aria indicata nel progetto si otteneva attraverso una posizione dell’inverter equivalente a un consumo di 3,9 kW/h. Ai fini del confronto, tutti questi dati sono stati verificati sia prima che dopo l’intervento di pulizia. Dopo aver riposizionato l’inverter, l’assorbimento elettrico ha restituito un valore di 3,3 kW/h. Il cliente ha così ottenuto un risparmio diretto di 0,6kW/h, ovvero del 15% circa, moltiplicato per tutte le ore di funzionamento dell’impianto, indipendentemente dalla stagione, poiché il dato fa riferimento in modo esclusivo alla quantità d’aria richiesta, senza tenere conto del suo trattamento termico. Inoltre, le nostre misurazioni di temperatura e umidità relativa, effettuate sia a monte che a valle della batteria di raffreddamento, ovvero sia in ingresso che in uscita dell’aria, dopo l’intervento di bonifica hanno dimostrato, addirittura, un miglioramento dell’efficienza di scambio termico pari a circa il 38%.
Fino ad ora abbiamo posto la nostra attenzione sulle inefficienze derivanti dall’accumulo di particolato nei vari elementi dell’impianto ma, come anticipato, non possiamo trascurare gli sprechi energetici che possono derivare da perdite di aria degli impianti. Un impianto che presenta delle perdite richiede una portata superiore per far circolare l’aria attraverso le condotte e distribuirla in tutto l’edificio. Inoltre, una condotta che presenta perdite provoca una dispersione dell’aria climatizzata, rendendone necessaria l’immissione di una maggiore quantità, affinché i parametri di portata dell’aria stabiliti in fase progettuale siano rispettati. Ciò porta a un aumento degli oneri previsti per il funzionamento dell’impianto stesso. Da diversi anni, la promozione dell’efficienza energetica è considerata fondamentale per lo sviluppo sostenibile, in quanto favorisce il passaggio a un’economia circolare e pulita, riduce l’inquinamento e favorisce il ripristino della biodiversità del nostro pianeta. Le condotte, per quanto conformi a una delle classi di tenuta A, B, C o D, sancite dalle norme UNI EN 12237 e UNI EN 1507, non sempre risultano correttamente sigillate e sufficientemente ermetiche. Anzi, si stima che più della metà presenti perdite e fessurazioni: una problematica poco conosciuta e spesso sottovalutata, che interessa tanto gli impianti meno recenti, quanto quelli di nuova costruzione.
Per comprendere meglio l’argomento, soprattutto dal punto di vista prettamente tecnico, consiglio la lettura dell’articolo “Ventilazione ed efficienza energetica negli impianti ad aria per gli edifici del futuro: una visione a quattro dimensioni” pubblicato sul numero di gennaio 2022 di AiCARR Journal e redatto da F. Busato e F. Pedranzini. Il testo illustra come eliminare i contaminanti all’interno degli impianti di trattamento aria e diminuire le perdite d’aria all’interno di questi ultimi sia fondamentale per la costruzione di edifici con migliori prestazioni energetiche. L’articolo di AiCARR (AiCARR – Associazione Italiana Condizionamento dell’Aria, Riscaldamento e Refrigerazione), attraverso un’analisi chiara e ben dettagliata corredata da grafici, offre una panoramica completa sull’argomento efficientamento energetico e suggerisce la strategia da attuare a riguardo. Al fine di continuare a operare in un’ottica di energy saving e risolvere il problema delle perdite, Alisea è la prima (e unica) azienda italiana ad aver adottato il sistema Aeroseal, di origine americana. Aeroseal è una tecnologia innovativa per la sigillatura dall’interno di sistemi di ventilazione già installati e può perciò essere utilizzata per condotti d’aria già esistenti, nonché durante l’installazione di sistemi nuovi. Riduce le perdite nei sistemi di ventilazione mediamente del 90% in brevissimo tempo. Durante la procedura, un sigillante viene nebulizzato con l’ausilio di aria compressa e di calore e fatto confluire nella conduttura attraverso un ventilatore. In risposta ai più severi requisiti igienici, il sigillante non presenta rischi per la salute e può pertanto essere utilizzato anche in edifici come scuole, ospedali e altri uffici pubblici. In sintesi, per evitare sprechi energetici ci sono alcuni accorgimenti e pratiche che si possono attuare, in primis la sorveglianza igienica dell’impianto, che consente di intervenire tempestivamente con azioni di sanificazione e disinfezione laddove necessario. Tuttavia, per buona parte degli impianti aeraulici in cattive condizioni igieniche, la sola sanificazione non è sufficiente a garantire prestazioni ottimali. Talvolta, la contaminazione può derivare da deficit impiantistici o strutturali, come sezioni filtranti danneggiate o inadeguate, prese dell’aria esterna mal posizionate e perdite d’aria dovute a fessurazioni nelle condotte.
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