Come efficientare gli impianti HVAC, a favore di un maggiore risparmio da parte delle aziende? Il primo trimestre dell’anno si è aperto all’insegna di un forte aumento del costo dell’energia elettrica, dovuto principalmente all’impennata della quotazione del gas negli ultimi mesi del 2021. Come si legge nella nota del 17 gennaio del Centro Studi di CONFINDUSTRIA, l’impatto economico del caro bolletta sulle Imprese industriali italiane raggiungerà livelli insostenibili: 37 miliardi previsti per il 2022 rispetto agli 8 del 2019.
In termini di consumi, sebbene gli impianti di trattamento aria presentino un’elevata eterogeneità di potenza installata ed energia assorbita, si stima che circa il 10% dell’energia utilizzata da un’Azienda sia attribuibile ai sistemi di ventilazione. Una percentuale in rialzo qualora sia previsto un sistema di climatizzazione dell’aria, invernale ed estiva. In questo scenario, ridurre o eliminare ogni tipo di inefficienza risulta, quindi, fondamentale ai fini del massimo risparmio energetico: ne parliamo con l’esperto Andrea Casa, Chairman dell’International Affairs Committee e membro del Consiglio di Amministrazione di NADCA (National Air Duct Cleaners Association)e Presidente Emerito di A.I.I.S.A. (Associazione Italiana Igienisti Sistemi Aeraulici), che approfondisce la relazione tra sistemi di trattamento aria in ottime condizioni igieniche e energy saving.
“La climatizzazione dei siti produttivi, fondamentale per le ideali condizioni di comfort dei lavoratori, rappresenta un’importante voce di costo per le Aziende. Molto spesso, tuttavia, si sottovaluta come mantenere gli impianti in buone condizioni igieniche assicuri anche un significativo risparmio energetico, eliminando le inefficienze causate, ad esempio, dall’accumulo di particolato all’interno degli apparati. Al netto, quindi, degli interventi della politica volti a calmierare gli aumenti tariffari dell’energia, esistono accorgimenti e buone pratiche che si possono tenere in conto per evitare sprechi” commenta il Dott. Casa, che prosegue “Per esempio, il rapporto che intercorre tra la pulizia delle batterie di raffreddamento ed efficientamento energetico è noto da diverso tempo, grazie all’articolo intitolato “Study Verifies Coil Cleaning Saves Energy” pubblicato nel 2006 dall’ASHRAE Journal. In dettaglio, attraverso la modifica nel metodo e nella frequenza di pulizia delle batterie di scambio termico di uno storico grattacielo di 34 piani a Times Square, lo studio dimostra come il ripristino delle UTA in buone condizioni di pulizia abbia prodotto, attraverso l’aumento dell’efficienza, un risparmio pari a circa € 35.700 nel corso dell’anno. Inoltre, le operazioni di bonifica hanno determinato anche la variazione di alcuni parametri, come l’aumento della deumidificazione e del comfort, contribuendo a ridurre la proliferazione di muffe e batteri. Questo fornisce un’indicazione su quanto sia importante il ruolo della gestione igienica dell’impianto: pensiamo alle ricadute positive in edifici dove sono installati diversi sistemi, come appunto i siti produttivi, ma anche le strutture ospedaliere, ecc.”
In tal senso, NADCA ha recentemente annunciatola partnership con un Team di ricerca dell’Università degli Studi di Pavia, che supporteràil Comitato Scientifico ad hoc dell’associazione americana, incaricato di condurre ulteriori studi relativi al miglioramento delle performance energetiche di un impianto, a seguito della bonifica. Il pool di esperti dell’Ateneo italiano collaborerà, altresì, con l’Università del Colorado a Boulder, USA per la raccolta, analisi e pubblicazione dei dati.
“Infine – conclude Andrea Casa – desidero sottolineare che, per una buona parte degli impianti aeraulici in cattive condizioni igieniche, la sola sanificazione non è sufficiente a garantire le massime prestazioni. Talvolta la contaminazione può derivare da deficit impiantistici o strutturali, come sezioni filtranti danneggiate o inadeguate, prese dell’aria esterna mal posizionate e perdite d’aria dovute a fessurazioni nelle condotte. In diversi anni di esperienza ho potuto constatare come situazioni di questo genere siano piuttosto frequenti e, per tale ragione, rinnovo il mio rammarico per la mancanza all’interno del Decreto sostegni ter di misure volte ad incentivare l’ammodernamento del parco impianti degli edifici italiani, che sappiamo essere molto datati”
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