La Storia di Alisea
Cominciai ad interessarmi ai servizi legati all’igiene aeraulica – racconta il Dott. Andrea Casa, Fondatore e Presidente di Alisea S.r.l. – per un’intuizione ed una fortunata coincidenza, avvenute durante una memorabile vacanza negli States nella seconda metà degli anni ‘90.
Ero andato a Boston per una settimana a trovare il mio compagno di banco e migliore amico dei tempi del Liceo. Dopo la laurea in materie economiche e tre anni passati a Londra a lavorare nel mondo della finanza, era stato ammesso all’ambitissimo e costosissimo MBA (Master in Business Administration) della Sloane School di Boston, facente parte del Massachusetts Institute of Technology (MIT). Gli serviva un amico con cui festeggiare la cosa e la scelta cadde inevitabilmente su di me, che ero un’autorità indiscussa in materia.
Durante il soggiorno al campus una mattina notai dei tecnici che armeggiavano con delle strane spazzole attorno a dei condotti dell’aria. Chiesi cosa stessero facendo e loro, infastiditi, mi liquidarono dicendomi che erano “duct cleaners”. La cosa mi incuriosì molto, perché in Italia non avevo mai sentito parlare di nulla del genere, nonostante provenissi da una famiglia di imprenditori che aveva fondato una grande azienda di servizi e pulizie industriali.
Spinto dalla curiosità e dal desiderio di poter raccontare la novità al mio ritorno, portai quattro tazze di caffè con delle ciambelle agli operai, presentandomi come un ragazzo italiano desideroso di conoscere bene quello che stavano facendo. La fortuna volle che uno dei quattro avesse i nonni che provenivano da Avellino e alla fine si fermarono a scambiare quattro chiacchere con me. Mi raccontarono di come si occupavano della pulizia degli impianti di trattamento aria, per evitare che i depositi al loro interno potessero causare pericoli per la salute umana. Mi resi conto che negli Stati Uniti, contrariamente a ciò che avveniva in Italia, era prestata grandissima attenzione alla qualità dell’aria respirata all’interno degli edifici. E che per garantire un livello accettabile di salubrità era nata e si era evoluta una professione da noi quasi totalmente sconosciuta: quella dell’air ducts cleaner, del pulitore dei condotti dell’aria. Era stata addirittura fondata un’associazione a carattere nazionale, che riuniva tutti gli esperti e le aziende del settore. Tale organismo, denominato NADCA (National Air Duct Cleaners Association), aveva lo scopo dichiarato di promuovere lo sviluppo di conoscenze e tecniche sempre più efficaci in materia di analisi e bonifica degli impianti.
Tutto ciò mi colpì profondamente, perché fin da piccolo avevo imparato molto bene come fosse importate poter respirare aria salubre e quali drammatiche conseguenze potessero derivare da un’infezione alle vie respiratorie. Sono nato, infatti, con due subdole mutazioni genetiche che mi hanno reso affetto da Fibrosi Cistica. Fortunatamente una forma atipica e depotenziata della malattia, che al contrario dei più mi ha permesso di diventare adulto, ma non mi ha risparmiato tutta una serie di spiacevoli inconvenienti.
Toccato nel profondo, cominciai a pensare seriamente a quel tipo di business, mettendolo in relazione a tutti i piccoli visi sofferenti, seminascosti dalle mascherine di un aerosolizzatore, che avevo visto in vita mia.
Nel giro di tre giorni, quasi per gioco e con l’aiuto dell’amico che mi ospitava, stilai un abbozzo di Business Plan da portare a casa, come ricordo dell’esperienza americana e prova tangibile della praticabilità di una nuova iniziativa imprenditoriale nel nostro Paese.
Ovviamente i miei genitori non ne vollero sapere di iniziare un nuovo business, perché erano già molto impegnati con quelli che gestivano e perché erano graniticamente convinti che nel mio futuro ci dovesse essere una brillante carriera forense. A quel tempo, infatti, io stavo completando con ottimi risultati il corso di studi in Giurisprudenza, ma dentro di me era ben chiaro che quella non poteva essere la mia strada. Lavoravo presso l’azienda di famiglia nei ritagli di tempo e durante i mesi estivi, con un trasporto e una soddisfazione molto maggiore di quella che provavo dallo studio dei codici.
Nonostante sentissi dentro di me una chiara vocazione, se così si può definire, a diventare imprenditore, per rispetto e gratitudine nei confronti della mia famiglia conseguii comunque la laurea (in ritardo ma con il massimo dei voti) e iniziai la pratica per la professione forense.
Nel frattempo, però, non avevo mai abbandonato l’idea di creare un’azienda che si occupasse di garantire l’aria salubre alle persone e, anzi, avevo approfondito molti aspetti legati al possibile esercizio di quella professione nel nostro paese.
Fu così che alla fine, dopo un periodo piuttosto turbolento in famiglia e con la promessa di ritornare sulla retta via in caso di insuccesso, fondai Alisea, la mia Società.
Da allora sono trascorsi più di vent’anni e in tutta onestà posso affermare che mai, neanche per un minuto, mi sono pentito della scelta che ebbi il coraggio di fare. I primi anni però furono davvero duri, perché alle difficoltà che ogni giorno incontrano le start up desiderose di creare un nuovo mercato, nel nostro caso se ne aggiungeva un’altra di non poco conto: in un mondo popolato da soli tecnici, io ero uno giurista. E, credetemi, imparai a mie spese che tra queste due categorie di soggetti esiste una radicata avversione naturale, riconducibile ai modelli antitetici in cui essi concepiscono il mondo.
In brevissimo tempo compresi che avevo l’assoluta necessità di conseguire una formazione tecnica di alto livello e a questo obiettivo dedicai molti anni e tantissime energie (tale impegno perdura tutt’oggi). Una volta però che, anche grazie ai programmi di formazione NADCA, padroneggiai la cultura tecnica del settore al suo livello più avanzato e internazionale, mi accorsi che la mia mia laurea in legge e la formazione giuridica che avevo conseguito non erano andate sprecate, perché mi consentivano di vedere le cose in modo diverso dagli altri, di analizzare il contesto tecnico con uno strumento in più. Sebbene questa strana bivalenza professionale, questo mio essere al contempo in parte tecnico e in parte giurista, talvolta sia stata considerata da alcuni con sospetto, in realtà ritengo sia stato l’elemento determinante che ha decretato in questi anni il successo di Alisea. La capacità di coniugare l’eccellenza tecnica degli interventi, con la piena comprensione delle dinamiche legali e probatorie, ci ha resi capaci di fornire un servizio unico che, oltre alla piena soluzione delle problematiche igienico-impiantistiche, assicura ai nostri clienti una solidissima tutela legale. Tutela che è ogni giorno più importante, alla luce del marcato incremento di consapevolezza degli organi di vigilanza e di una maggiore litigiosità legata alle richieste di risarcimento per danno biologico.
In tutti questi anni abbiamo seguito con attenzione l’evolversi delle conoscenze tecnico-scientifiche e la nascita delle prime legislazioni in materia, abbiamo studiato nuove soluzioni tecniche e sperimentato continuamente nuove procedure, che ci consentissero di migliorare la qualità dei nostri interventi contenendone al contempo i costi.
Il nostro primo e grande imperativo è sempre stato quello di garantire ai nostri clienti il massimo grado di sicurezza e professionalità nella gestione igienica degli impianti di trattamento aria. Tale nostro intendimento, peraltro, è stato valutato favorevolmente da parte di una clientela sempre più vasta, attenta ed informata. Un folto novero di aziende private ed enti pubblici, di primaria importanza nazionale ed internazionale, per i quali le problematiche tecniche del servizio non possono essere disgiunte da una più vasta attività di consulenza, che abbracci ogni possibile aspetto del problema, dalla dimensione igienico-sanitaria all’importantissima fase di tutela legale”.