Qualità dell’aria 2023: disponibile il rapporto SNPA
È da poco disponibile il rapporto SNPA (Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) sulla qualità aria in Italia nel 2023. Il rapporto (consultabile a questo link) mette in evidenza come, pur essendo stato rilevato un miglioramento generale riguardo ai livelli di inquinanti da rispettare, ci sia ancora molto da fare. Effettivamente, basta pensare alla situazione inquinamento in Lombardia che si è verificata a cavallo fra gli ultimi mesi del 2023 e i primi del 2024 (qui il nostro approfondimento sull’inquinamento in Pianura Padana).
Il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA)
Prima di entrare nel dettaglio del rapporto sulla qualità aria in Italia nel 2023, è bene specificare il ruolo del SNPA. Questo ente, istituito nel 2016, ha i compiti di:
- svolgere funzioni di controllo ambientale tramite ispezioni;
- monitorare lo stato dell’ambiente;
- controllare fonti e fattori di inquinamento;
- svolgere attività di ricerca a sostegno delle proprie funzioni;
- supportare a livello tecnico-scientifico le attività degli enti statali, regionali e locali in campo ambientale;
- raccogliere e diffondere dati ambientali che costituiranno un riferimento tecnico ufficiale ai fini delle attività di competenza della pubblica amministrazione.
Il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente è un vero e proprio sistema a rete composto da 22 soggetti: 21 agenzie ARPA e APPA (agenzie regionali e provinciali per la protezione ambientale) e ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Il Consiglio del SNPA esprime pareri vincolanti sui provvedimenti del Governo di natura tecnica in materia ambientale e può segnalare l’opportunità di interventi (legislativi e non) per perseguire obiettivi che riguardino sviluppo sostenibile e tutela dell’ambiente.
Che aria abbiamo respirato in Italia nel 2023?
Di seguito, alcuni dei dati salienti del rapporto (per approfondire, consultare la fonte: sito SNPA).
- riduzione marcata del biossido di azoto (NO2);
- nella maggior parte dei punti di misura, riduzione significativa dei livelli di PM2.5 (in termini di superamento soglie giornaliere e medie annuali;
- iniziano a migliorare anche i livelli di PM10 in termini di superamento della soglia giornaliera e di valori medi annuali.
Come anticipato all’inizio di questo articolo, i valori in miglioramento non devono farci sentire al sicuro, ma spingerci a continuare a migliorare la situazione: nonostante nell’89% delle stazioni il valore limite giornaliero di PM10 sia rimasto nei limiti previsti, rimangono molte zone in cui questo obiettivo non è stato raggiunto. Il caso eclatante, per l’appunto, è la Lombardia con la sua Pianura Padana, ma ci sono anche alcune zone in provincia di Frosinone, Pordenone, Brindisi, Isernia, la Piana Lucchese e la conca a nord del Vesuvio.
Resta simile il discorso anche per il biossido di azoto: valori rispettati nel 98% delle stazioni, ma quelle che non rientrano nei valori sono zone cruciali, grandi aree urbane con importanti reti stradali (Torino, Milano, Brescia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Catania e Palermo).
Rimangono elevati i valori di concentrazione dell’ozono, complici il caldo estremo in estate e l’assenza di precipitazioni per lunghi periodi.
E l’aria indoor?
Bisogna tenere ben presente che i livelli di inquinanti presenti in atmosfera contribuiscono anche all’aria indoor. In generale, passiamo in ambienti confinati tra l’80% e il 90% del nostro tempo e la qualità dell’aria indoor, se cattiva, si ripercuote inevitabilmente sulla salute umana. Diventa quindi fondamentale una buona manutenzione igienica degli impianti di trattamento aria, che è prevista dalla legge: richiedi un preventivo gratuito per la sanificazione dei tuoi impianti aria cliccando qui!